Nei dipinti di Sergio Colombo le cose brillano di luce propria. Nulla le illumina. Ma vivono da dentro la propria esistenza di "oggetti di casa". Imponenti nelle loro belle forme, pieni di sè nei loro colori brillanti e vivaci e pronti a rispondere agli sguardi interrogativi dei visitatori, essi sembrano presentarsi al mondo proprio nell\'istante in cui sono stati dipinti. Raccolti su variopinti drappi o su elaborate tovaglie bianche, gli oggetti del nostro pittore giocano con i toni stessi dei loro contrasti e ai nostri ochhi non nascondono tutta la loro armonia compositiva. (Stefania Barile)" />
Un fascio di fiori, i frutti del melograno, cuccume, bicchieri animano, è il caso di dirlo, questo "nature morte" che morte proprio non sono. Anzi. Meglio, allora, "Still-life", ovvero parlare di quella "vita silente", in una indecifrabile sospensione tra l'effimero dell'attimo e la conquista della memoria. Colombo dipinge "nature vive", se così si possono chiamare quelle liberatorie composizioni su grandi tele, in cui la visione del soggetto spalanca una gioiosa, palpabile quotidianità. (Fabrizia Buzio Negri)
Nei dipinti di Sergio Colombo le cose brillano di luce propria. Nulla le illumina. Ma vivono da dentro la propria esistenza di "oggetti di casa". Imponenti nelle loro belle forme, pieni di sè nei loro colori brillanti e vivaci e pronti a rispondere agli sguardi interrogativi dei visitatori, essi sembrano presentarsi al mondo proprio nell'istante in cui sono stati dipinti. Raccolti su variopinti drappi o su elaborate tovaglie bianche, gli oggetti del nostro pittore giocano con i toni stessi dei loro contrasti e ai nostri ochhi non nascondono tutta la loro armonia compositiva. (Stefania Barile)